Le nostre certificazioni


CE UNI-ISO 1090-1

Il contesto normativo europeo prevede la Marcatura CE al fine di garantire la libera circolazione dei prodotti da costruzione nell'Unione Europea. La marcatura CE rappresenta una metodologia armonizzata per valutare, provare, calcolare, esprimere, garantire ed infine dichiarare le prestazioni di un prodotto da costruzione.


CQOP(costruttori qualificati opere pubbliche)

Disciplina il sistema unico di qualificazione di cui all’articolo 8 della legge 11 febbraio 1994, n. 109, e successive modificazioni. La qualificazione è obbligatoria per chiunque esegua i lavori pubblici affidati dai soggetti di cui all’articolo 2, comma 2, della legge 11 febbraio 1994, n. 109, e successive modificazioni, dalle Regioni anche a statuto speciale e dalle Provincie Autonome di Trento e Bolzano, di importo superiore a 150.000 Euro.

trasparenza per contributi ed aggevolazione pubbliche





Storia

Dal Libro “LE FAMIGLIE E I MESTIERI – 28 Storie di famiglie con il mestiere nel sangue” di Renzo Francescotti edizioni U.C.T. Trento

“BATTONO IL FERRO DA 250 ANNI : I FILIPPI

Da due secoli e mezzo, da sette generazioni, i Filippi battono sull’incudine per plasmare il ferro. Cominciò nel 1700 Domenico, che era di Vigolo Baselga; andò avanti suo figlio Leonardo, che che si trasferì a Cadine, in località Bacandi, con il maglio azionato dall’acqua del Vela e la “lòra” (il mantice in cui l’acqua cadendo su una pietra appuntita, sprigiona una corrente d’ossigeno che viene incanalata a ravvivare il fuoco a carbone della fucina) tuttora perfettamente conservata. Mentre Leonardo continuava il lavoro di “ferar” di suo padre, Angelo suo fratello impiantava una segheria nell’edificio accanto all’officina da fabbro e, nella stessa costruzione, l’altro fratello, Felice, apriva un mulino.


Questo avveniva nel 1836, come risulta dagli antichi documenti di famiglia, gelosamente conservati. La casa dove trovarono spazio la segheria e il mulino risulta venduta da un Antonio Segata di Sopramonte. Così le acque del torrente Vela, dopo aver messo in moto le ruote a pala dei fratelli Filippi, fornivano energia alle antiche officine d’epoca almeno clesiana, del Bus de Vela (ora spianate dalle ruspe per lasciar posto alla nuova e discussa strada) per azionare poi le officine della frazione Vela, tuttora esistenti, nei pressi di Trento, e gettarsi infine nell’Adige a monte del Ponte San Giorgio. Dopo Leonardo andò avanti a sudare picchiando il maglio il figlio Settimo, poi Sergio coi figli Oreste e Settimo. Ma Settimo morì nel 1932, di tifo, a 38 anni, quando suo figlio Giulio aveva quattro anni. Così Giulio, ancora da “bocia” cominciò a lavorare nell’officina, imparando il mestiere dello zio Oreste.


“Costruivamo ogni genere di attrezzo – narra Giulio che lavora da fabbro da mezzo secolo. – Gli aratri nei due tipi fondamentali, “piof” e “pioveta” (l’uno che rivolta la zolla, l’altro che apre il solco, ovvero il vomere e il coltro); costruivamo erpici, riparavamo carri, specialmente gli assali e i cerchioni; facevamo ogni genere di attrezzo da taglio, asce, mannaie, roncole; e poi zappe di vario tipo, picconi, mazze, punte e così via. Un grosso lavoro ci dava la ferratura dei buoi. Venivano da tutti i paesi vicini; c’era un gran consumo di ferri da parte degli animali che dovevano arrampicarsi fino in cima al Bondone per portare giù il fieno, la legna, lo strame. Si lavorava sino al sabato notte. Ma mio zio Oreste, praticamente, non riposava neanche la domenica. Partiva di buon mattino con lo zaino carico di attrezzi nuovi o riparati. Arrivava a piedi sino a Sopramonte dove ascoltava la messa. In chiesa si faceva notare: doveva distribuire gli attrezzi e riscuotere i crediti. Gli attrezzi erano facilmente distribuiti ma riscuotere i crediti era un’altra cosa!” “Ne veden en domenega…” gli dicevano. Lui aveva il suo grosso quaderno dei crediti, ma prima di tirare una croce sopra il credito (era il modo di significare “saldato”) bisognava quasi sempre aspettare la fine della stagione, in autunno. Allora i contadini vendevano il vitello, il maiale, le patate, il frumento, e finalmente potevano saldare i debiti col fabbro. Mio zio però non si smontava nei suoi viaggi domenicali, sempre a piedi: proseguiva per Baselga del Bondone, Vigolo Baselga, arrivava a Terlago. Arrivava la sera con lo zaino vuoto, cantando, su di giri. Di soldi non ne aveva quasi mai. In compenso era molto allegro…”


Tra le carte dei Filippi è conservato un libro mastro : scorrerlo è una occasione di straordinario interesse. Ne emergono – in un linguaggio che è un affascinante impasto di lingua, dialetto, gergo dei fabbri, lessico familiare – straordinari squarci di vita apesana, di civiltà artigiano-contadina, di “archeologia industriale”. Leggiamo alcune note del 1916, in piena Grande Guerra; scritte da Sergio Filippi, nonno dell’attuale titolare dell’azienda, Giulio: “Giliot Emilio Cainelli – per feratura di un mulo C. 2,16 – per molatura ferri della paglia C. 2 – Mezzo litro di vino bevuto dai suoi uomini medesimo giorno c. 2,2 – per spizzatura di un zappone delle borre C. 2,1”. I “ferri della paglia” erano le lame della trinciaforaggi a mano. Lo “zappone delle borre” è l’attrezzo usato per artigliare i tronchi. Quanto al mezzo litro bevuto “dai suoi uomini medesimo giorno” si trattava evidentemente degli uomini del “Giliot” che si erano scolati un mezzo litro. Siccome la fucina era lungo la vecchia strada che portava a Sopramonte, fungeva anche da osteria. Nonno Sergio che aveva il “travài” (l’incastellatura per ferrare gli animali) nei pressi della bottega di fabbro, ne costruì un altro lungo la statale, nei pressi dell’odierno albergo Posta (che allora non c’era). E siccome a ferrare gli animali col ferro e i chiodi roventi viene sete, sia al fabbro che ai suoi aiutanti, nonno Sergio aveva scavato una buca nei pressi del “travài” dove al fresco stavano le bottiglie di vino o birra. Naturalmente, ai suoi aiutanti, che erano i padroni o accompagnatori dell’ animale, bue o, raramente, cavallo o mulo, faceva pagare la bevuta. Quella buca per tenere al fresco le bottiglie finì col diventare un’osteria, costruita dall’altra parte della strada: è l’odierno “Bar Sergio” che ha il nome del nonno, fabbro nonché “oste-pioniere”. Ma leggiamo qualche altra nota, sempre del 1916: “Antonio Fedrizzi – Bòcio – arrangiata piantola martello e una manara. C. 12”. Per chi non lo sapesse




Progetti

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Lake-Line

Facilmente raggiungibile da Trento, LAKE LINE TRENTINO WAKE è la prima realtà nella Provincia di Trento che propone la pratica del WAKEBOARD su un lago naturale. Il centro si trova sulla sponda ovest del Lago di Terlago, ha un grande parcheggio gratuito e offre anche servizio Bar e Ristorante. Parte da subito con tanti servizi e un'organizzatissima L'ASD LAKE LINE 0.0 organizza le attività sportive con l'ausilio di personale specifico per l'assistenza e servizio di soccorso in acqua. I Soci e i clienti possono utilizzare l'area CHILL comoda e ombreggiata nella quale rilassarsi e passare una piacevole giornata fra amici o con la famiglia. Ecco alcune immagini della progettazione e della realizzazione.




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Palazzina Liberty

Terminati i lavori di restauro, la palazzina Liberty di piazza Dante si prepara a tornare a vivere! Nelle sale del primo e secondo piano troverà posto la biblioteca giovanile, mentre il piano terra sarà occupato, oltre che da una sala riunioni, da un caffè cultural-letterario che si chiamerà Liber Cafè. Noi ci siamo occupati dell'abbaino, della scala interna, dei serramenti e dei parapetti, interni ed esterni.



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Muse

Le radici del Museo delle Scienze di Trento si confondono con le antiche raccolte di notabili trentini che, alla fine del ‘700 arricchivano di oggetti naturalistici il museo storico-artistico presso il Municipio della città. Alla fine dell’800 le collezioni naturalistiche erano conservate assieme a quelle di altro tipo presso il palazzo Thun, l’attuale sede municipale. Dal 1982 il Museo si trasferisce alla sede di via Calepina, presso lo storico palazzo Sardagna. Il nuovo MUSE apre al pubblico la sua nuova sede, all’interno dell’area di riqualificazione urbana del Quartiere Le Albere, il 27 luglio 2013. Noi abbiamo partecipato con vari manufatti, dai cancelli esterni verso il Palazzo delle Albere, a tavoli scentifici, dei porta bandiere ai piccoli supporti in acciaio inox dei vari allestimenti, dai totem iformativi esterni alla segnaletica dei parcheggi.



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Sanbapolis

Il lavoro riguardante il teatro è stato diviso in due parti principali : la struttura per la gradonata e l'attrezzatura di scena. Qui a fianco alcune immagini del lavoro finito e alcune dello studio tridimensionale dei manufatti. Le immagini con le taniche appese alle americane si riferiscono alle prove di carico eseguite a fine lavori per poterne dichiarare la conformità e conferirne la certificazione.



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Il teatro

Il lavoro riguardante il teatro è stato diviso in due parti principali : la struttura per la gradonata e l'attrezzatura di scena. Qui a fianco alcune immagini del lavoro finito e alcune dello studio tridimensionale dei manufatti. Le immagini con le taniche appese alle americane si riferiscono alle prove di carico eseguite a fine lavori per poterne dichiarare la conformità e conferirne la certificazione.



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La Palestra

La palestra di arrampicata è la più grande struttura coperta in Italia e la terza in Europa. La superficie arrampicabile, che ha un’altezza di 16 metri e si sviluppa su quattro pareti per un’estensione di oltre 100 metri, è di 2.200 metri quadrati. Sulla parete sono state tracciate oltre 160 vie di arrampicata con diverse. Noi ci siamo occupati della sottostruttura portante con l' inserimento di sistemi di ammortizzazione delle vibrazioni.



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Osservatorio astronomico Terrazza delle stelle - Monte Bondone

Struttura in acciaio A240 Tp. 304/2B spessore mm.6 con rifinitura di superficie a specchio. La struttura si presenta come una sfera con diametro ml.4,5, tagliata alla base risultando un’altezza di ml.3. e avente una apertura basculante di circa ml.1.5 x 2.2. Internamente alla lamiera di acciaio inox sono poste in circolo centine in acciaio inox adatte all’ irrigidimento della struttura.



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Contatti

Via di Coltura, 39
Loc. Cadine di Trento
38123 - Trento - Tn - Italy
Tel. 0461 865282


Officina Filippi Srl